Disturbi cognitivi
I Disturbi cognitivi sono determinati da cause organiche che danneggiano l’armonico funzionamento delle funzioni cosiddette “razionali” della psiche. L’attenzione, la memoria, la capacità di ragionare in modo logico, il linguaggio sono compromessi in diverse misure.
Tipicamente le cause organiche possono essere: un trauma cerebrale, una lesione cerebrale, l’abuso di farmaci, droghe o alcol, un infarto cardiaco.
Sebbene i Disturbi cognitivi siano disturbi con provata causa organica, vengono trattati, oltre che dai medici, anche dai professionisti della salute mentale – psicologi, psichiatri, psicoterapeuti – in quanto hanno importanti conseguenze sul benessere psicologico dei malati e dei loro familiari.
Tipi di Disturbi congnitivi:
Conseguenze psicologiche
Come è facile comprendere, una persona affetta da Malattia di Alzheimer, che vede danneggiate le proprie funzioni di ragionamento e di memoria, presenta anche delle difficoltà sul piano “psicologico” e delle relazioni personali. Non si sente più padrone della propria vita così come la conosceva prima, la sua autostima ne risente profondamente, e spesso diviene instabile nell’umore. A volte si deprime o presenta i tipici sintomi da stress: ansia, agitazione, preoccupazione e aggressività.
Trattamento dei Disturbi cognitivi
Prima di qualsiasi trattamento occorre individuare la causa organica alla base del Disturbo cognitivo. La medicina ufficiale ha individuato una serie di farmaci e di accorgimenti dietetici efficaci nel rallentare lo sviluppo di diversi Disturbi cognitivi. Anche l’esercizio fisico è risultato utile per determinati pazienti.
I trattamenti attuali vanno nella direzione di integrare gli interventi medici, con interventi comportamentali, psicologici e di training cognitivo.
Dal punto di vista comportamentale si interviene per migliorare la qualità della vita delle persone aiutandole a migliorare la propria capacità di gestire le attività tipiche della vita quotidiana. L’obiettivo è quello di migliorare il funzionamento complessivo del paziente con Disturbo cognitivo e a renderlo capace di portare avanti attività normali quali: fare la spesa, telefonare o curare il proprio igiene personale.
Gli interventi psicologici mirano a sostenere i malati nelle loro difficoltà emotive e a promuoverne le capacità sociali. Il paziente può avere una relazione individuale con un professionista della salute mentale oppure può frequentare un gruppo terapeutico, o anche essere seguito individualmente e in gruppo contemporaneamente. Nell’intervento psicologico si dà molta attenzione a dare supporto al malato, a stimolarlo emotivamente a ricordare eventi e persone importanti del proprio passato e ad aiutarlo a “fare pace” con la malattia.
Gli interventi di training cognitivo si sono dimostrati efficaci nel trattamento delle persone affette da Demenza. Questi interventi si basano sul principio: “o lo usi o lo perdi”. Vengono proposti esercizi per stimolare i malati ad utilizzare le proprie capacità cognitive mediante, ad esempio, esercizi di memoria, di ragionamento o di lettura delle mappe. Molte ricerche hanno dimostrato l’efficacia del training cognitivo per i malati di Alzheimer nel migliorare le capacità cognitive o nel rallentare il corso della malattia.
Supporto psicologico ai familiari
I parenti che si occupano di un malato affetto da Disturbo cognitivo necessitano a volte di un supporto psicologico. La convivenza quotidiana con questi pazienti può essere infatti molto impegnativa, e non solo dal punto di vista economico e delle cure materiali. Coloro che forniscono le cure vengono spesso completamente assorbiti dalle necessità del malato, fino al punto di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi esclusivamente alla cura del proprio caro. Poi se è una sola persona a prendersi cura del malato, il rischio di isolarsi socialmente è particolarmente alto, con la conseguenza di vivere da soli momenti di impotenza, ansia e depressione.
E’ spesso utile, talvolta necessario e sempre consigliabile, che coloro i quali si occupano di un malato cronico a tempo pieno – e questo discorso vale al di là dei malati affetti da un Disturbo cognitivo – ricevano un supporto psicologico o frequentino un gruppo di aiuto per far fronte alla propria inevitabile frustrazione.
Tipicamente le cause organiche possono essere: un trauma cerebrale, una lesione cerebrale, l’abuso di farmaci, droghe o alcol, un infarto cardiaco.
Sebbene i Disturbi cognitivi siano disturbi con provata causa organica, vengono trattati, oltre che dai medici, anche dai professionisti della salute mentale – psicologi, psichiatri, psicoterapeuti – in quanto hanno importanti conseguenze sul benessere psicologico dei malati e dei loro familiari.
Tipi di Disturbi congnitivi:
- Il Delirium: uno stato confusionale che si sviluppa in un breve periodo di tempo – ore o giorni, e non mesi o anni. La persona perde, in parte o completamente, la propria capacità di focalizzare l’attenzione.
- La Demenza: caratterizzata da un progressivo peggioramento delle funzioni cognitive. E’ maggiormente diffusa nelle persone anziane. Le persone che ne sono affette vedono peggiore le proprie capacità di memorizzare informazioni della vita quotidiana, ragionare e parlare. Il tipo di Demenza più frequente è la Malattia di Alzheimer.
- L’Amnesia: un disturbo della memoria che non coinvolge le altre funzioni cognitive. La persona continua a ragionare logicamente e a parlare fluidamente ma non ricorda importanti porzioni della propria vita passata o non è più in grado di apprendere nuove informazioni.
Conseguenze psicologiche
Come è facile comprendere, una persona affetta da Malattia di Alzheimer, che vede danneggiate le proprie funzioni di ragionamento e di memoria, presenta anche delle difficoltà sul piano “psicologico” e delle relazioni personali. Non si sente più padrone della propria vita così come la conosceva prima, la sua autostima ne risente profondamente, e spesso diviene instabile nell’umore. A volte si deprime o presenta i tipici sintomi da stress: ansia, agitazione, preoccupazione e aggressività.
Trattamento dei Disturbi cognitivi
Prima di qualsiasi trattamento occorre individuare la causa organica alla base del Disturbo cognitivo. La medicina ufficiale ha individuato una serie di farmaci e di accorgimenti dietetici efficaci nel rallentare lo sviluppo di diversi Disturbi cognitivi. Anche l’esercizio fisico è risultato utile per determinati pazienti.
I trattamenti attuali vanno nella direzione di integrare gli interventi medici, con interventi comportamentali, psicologici e di training cognitivo.
Dal punto di vista comportamentale si interviene per migliorare la qualità della vita delle persone aiutandole a migliorare la propria capacità di gestire le attività tipiche della vita quotidiana. L’obiettivo è quello di migliorare il funzionamento complessivo del paziente con Disturbo cognitivo e a renderlo capace di portare avanti attività normali quali: fare la spesa, telefonare o curare il proprio igiene personale.
Gli interventi psicologici mirano a sostenere i malati nelle loro difficoltà emotive e a promuoverne le capacità sociali. Il paziente può avere una relazione individuale con un professionista della salute mentale oppure può frequentare un gruppo terapeutico, o anche essere seguito individualmente e in gruppo contemporaneamente. Nell’intervento psicologico si dà molta attenzione a dare supporto al malato, a stimolarlo emotivamente a ricordare eventi e persone importanti del proprio passato e ad aiutarlo a “fare pace” con la malattia.
Gli interventi di training cognitivo si sono dimostrati efficaci nel trattamento delle persone affette da Demenza. Questi interventi si basano sul principio: “o lo usi o lo perdi”. Vengono proposti esercizi per stimolare i malati ad utilizzare le proprie capacità cognitive mediante, ad esempio, esercizi di memoria, di ragionamento o di lettura delle mappe. Molte ricerche hanno dimostrato l’efficacia del training cognitivo per i malati di Alzheimer nel migliorare le capacità cognitive o nel rallentare il corso della malattia.
Supporto psicologico ai familiari
I parenti che si occupano di un malato affetto da Disturbo cognitivo necessitano a volte di un supporto psicologico. La convivenza quotidiana con questi pazienti può essere infatti molto impegnativa, e non solo dal punto di vista economico e delle cure materiali. Coloro che forniscono le cure vengono spesso completamente assorbiti dalle necessità del malato, fino al punto di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi esclusivamente alla cura del proprio caro. Poi se è una sola persona a prendersi cura del malato, il rischio di isolarsi socialmente è particolarmente alto, con la conseguenza di vivere da soli momenti di impotenza, ansia e depressione.
E’ spesso utile, talvolta necessario e sempre consigliabile, che coloro i quali si occupano di un malato cronico a tempo pieno – e questo discorso vale al di là dei malati affetti da un Disturbo cognitivo – ricevano un supporto psicologico o frequentino un gruppo di aiuto per far fronte alla propria inevitabile frustrazione.
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