Adriano Stefani Psicologo

Disturbi del comportamento alimentare

I Disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una classe di patologie complesse e multifattoriali, caratterizzate da un rapporto disfunzionale con il cibo e con il corpo.

Disturbi del comportamento alimentare

I  Disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un rapporto patologico con il cibo. Questa affermazione in sé non spiega molto, occorre infatti innanzi tutto capire cos’è un rapporto  “normale” , per poi comprendere cos’è un rapporto patologico col cibo.

Questi Disturbi coinvolgono profondamente non solo il comportamento alimentare, ma anche la sfera emotiva e psicologica degli individui, portando a significative conseguenze sulla salute fisica e mentale.

 

Comportamento alimentare normale e patologico

Il comportamento alimentare può dirsi normale quando la persona si alimenta per soddisfare i bisogni nutritivi ed energetici del suo organismo

La "persona normale" vive armoniosamente tutte le fasi dell’alimentazione: nei momenti antecedenti all’alimentazione quando pensa a cosa mangiare, quando si procura il cibo, quando prepara o cucina il cibo, nel momento in cui mangia, nel momento in cui digerisce e assimila il cibo e infine quando utilizza le energie estratte dal cibo per portare avanti le attività della sua vita.
 
In un rapporto patologico con il cibo ciascuna di queste fasi può essere vissuta con eccessi, paure e comportamenti disfunzionali. Una persona con un Disturbo del comportamento alimentare presenta serie difficoltà in una o più di queste fasi.
 
Nei momenti antecedenti all’alimentazione la persona potrebbe essere eccessivamente coinvolta nella pianificazione del pasto. Potrebbe pensarci in modo eccessivo ed ossessivo. Alcune persone con un Disturbo del comportamento alimentare lamentano infatti che il cibo sia inesorabilmente in cima ai propri pensieri, "Il primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo quando mi addormento".
 
Nel momento di procurarsi il cibo, la persona con un Disturbo del comportamento alimentare potrebbe effettuare una spesa eccessiva, investire una enorme quantità di tempo nel decidere cosa comprare oppure comprare unicamente cibi afferenti ad una sola tipologia (ad esempio: ipocalorici).
 
Anche la preparazione del cibo – cucinare – potrebbe essere problematica. La persona potrebbe investire molte energie nell’approntare le vivande di una cena, preparare innumerevoli portate da offrire ad ospiti o familiari, mentre lei tocca appena il cibo. C’è un certo piacere nel preparare il cibo per gli altri, ma non per sé.
 
Nel momento di mangiare la persona con un Disturbo dell’alimentazione non tiene conto del proprio stimolo della fame. Potrebbe mangiare troppo, o troppo velocemente, o le due cose insieme, o potrebbe mangiare sistematicamente quantità di cibo inferiori al proprio fabbisogno, o ancora potrebbe decidere in modo eccessivamente rigido di mangiare solo ed esclusivamente cibi “sani” e impedirsi di provare ogni forma di piacere durante i pasti.
 
Dopo un pasto, la persona con un Disturbo dell’alimentazione, potrebbe non godere della sazietà – così come un qualsiasi animale che sia riuscito a nutrirsi. Potrebbe sentirsi terribilmente in colpa per aver mangiato troppo, un cibo goloso al di fuori della dieta o un alimento considerato “non sano”. Oppure, al contrario, potrebbe sentirsi eccessivamente orgoglioso per essere riuscito a controllare il proprio stimolo dell’appetito. Anche il senso di autostima legato in modo rigido a ciò che si mangia"Oggi sono felice perché ho mangiato solo frutta …" – potrebbe essere indice di uno squilibrio.
 
Il cibo ci fornisce le energie per portare avanti le nostre attività quotidiane. Una persona con un Disturbo del comportamento alimentare potrebbe essere ossessionata dall’equilibrio “energie assunte / energie spese”, potrebbe ragionare in continuazione in termini di calorie assunte e calorie spese. “Ho assunto 1.400 calorie a pranzo, ora devo compiere le necessarie attività fisiche per spendere 1.400 calorie”. Si diventa dei ragionieri del metabolismo, sempre attenti a “bruciare”  le calorie assunte in eccesso. Il cibo non è più la fonte energetica per vivere la nostra vita con creatività, ma un compito matematico-fisico che produce malessere.

 

Tipi di Disturbi del comportamento alimentare
  • Anoressia: la persona si alimenta sistematicamente troppo poco al fine di mantenere un peso al di sotto del peso minimo normale. C’è un’enorme – e immotivata – paura di prendere peso.
  • Bulimia: caratterizzata da abbuffate seguite da drastiche strategie per controllare il peso, come: il vomito autoindotto, l’uso smodato di lassativi, diuretici o farmaci, il digiuno, l’attività fisica eccessiva.
  • Disturbo da alimentazione incontrollata: la persona vive momenti in cui perde il controllo e mangia enormi quantità di cibo, senza poi mettere in atto i comportamenti di controllo tipici della Bulimia. Questo Disturbo è anche conosciuto con la dicitura inglese "Binge eating disorder".
  • Picacismo: caratterizzato dal desiderio irresistibile di mangiare qualcosa che cibo non è, come ad esempio: sapone, carta, mozziconi di sigaretta, oggetti di plastica.

 
Ci sono poi una serie di Disturbi che non sono riportati in tutti i manuali, ma che sono ben noti ai professionisti della salute mentale che si occupano di Disturbi alimentari. I più conosciuti sono:

  • Night eating syndrome: la sindrome dell’alimentazione notturna. La persona tende a digiunare nella prima parte della giornata per poi alimentarsi eccessivamente a fine giornata e durante la notte.
  • Ortoressia: caratterizzata dall’ossessione per una dieta “purista”. La persona è ossessionata dall’assumere cibi sani e dall’evitare cibi insani al punto che questa attività diventa l’interesse principale della sua vita.
  • Vigoressia: uso quasi esclusivo di cibi proteici che aumentano la massa muscolare. Questo disturbo è presente specialmente tra coloro che si allenano intensivamente in palestra tutti i giorni.
 
Diffusione dei Disturbi alimentari

I Disturbi del comportamento alimentare sono un problema piuttosto sommerso. In genere le persone tendono a negare anche a sé stesse di avere un problema con il cibo. Poi, quando arrivano a riconoscere di avere un Disturbo alimentare, tendono a nasconderlo agli altri. Ad esempio le abbuffate della persona bulimica hanno luogo tipicamente in solitudine e in segretezza, così come l’eliminazione forzata del cibo attraverso il vomito.
 
I Disturbi alimentari sono maggiormente diffusi nei paesi industrializzati rispetto ai paesi in via di sviluppo, tanto che alcuni sostengono che siano una diretta conseguenza dei valori distorti espressi dalla cultura del primo mondo, come il culto della magrezza e il mantenimento della giovinezza ad ogni costo. Anche se questa lettura del fenomeno è piuttosto semplicistica, a mio parere non è poi così distante dalla verità.
 
L’Anoressia e la Bulimia sono maggiormente diffuse tra le donne. Tra gli uomini invece è maggiormente presente il Disturbo da alimentazione incontrollata.

 


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